Palermo, 13 Aprile 2015 - Cinema Rouge et Noir, piazza Verdi 8
È banale parlare di amore. È la cosa più ovvia e più scontata. Si rischia di ripetere quanto è già stato detto da altri. Eppure, è per l’uomo irresistibile parlarne. È la linfa vitale di tutti i sentimenti: si soffre per amore, si gode di amore ricevuto e dato, si prova nostalgia per amore, si è vinti dalla collera per l’amore tradito o calpestato, si sogna per amore, si desidera per amore. Si fa esperienza della paura di essere abbandonati dalle persone amate e dell’angoscia di aver perso ogni amore e, quindi, tutto…
Rimane sempre il dubbio che si tratti della più grande illusione, di una trascendentale imboscata in cui non possiamo non cadere. Nell’amore si cade, ci si in-namora. È, almeno nello stato nascente, un evento di grazia. Ma possiamo in qualche modo coltivarlo e nutrirlo?
Sembra facilissimo dichiarare la fine di una storia, ma non è così semplice quando a dichiararla è un altro e noi moriamo dentro. Possiamo cantare con il Liga: “Conosci un altro modo per fregar la morte?”, ma se poi anche l’amore è mortale siamo noi ad andare al tappeto.
E se avesse ragione Platone? Se veramente l’amore è una scala misteriosa che devi salire fino all'ultimo piolo perché ne sia svelato il senso?